Grandi MB, piccole MB: cosa è meglio?

Nel precedente articolo abbiamo analizzato la situazione degli eventi marching in Europa. Ciò che emerge è che l'offerta degli appuntamenti marching è in crescità, anche se rispetto alle realtà extraeuropee orientali e americane il divario resta comunque enorme. In questo articolo ci vogliamo focalizzare sul numero dei compnenti delle MB europee ed in particolare di quelle Italiane. Prima però vediamo cosa succede al di fuori dell'Europa. In oriente e in nord america le MB che normalmente prendono parte ai circuiti più conosciuti, sia scolastici che extrascolastici, sono tutte composte da un numero elevato di componenti (marching players e color guards). Per numero elevato intendiamo superiore a 80/100. Alcuni esempi:
nel DCI prima divisione, i top teem schierano formazioni di 135 componenti
- nel BOA le MB principali hanno formazioni di 150 e oltre componenti
- idem nelle università
- in oriente le principali MB giapponesi e tailandesi schierano non meno di 80 componenti
In Europa, fatta eccezione per le fanfarezung tedesche (formate da marching players che suonano solo tamburi e trombe senza pistoni) difficilmente i gruppi competitivi superano i 60 componenti. 60 non è un numero a caso, ma il parametro più basso tra quelli stabiliti dalla WAMSB, per la classificazione dei gruppi. Per intenderci la classificazione parte da A = guppi fino a 60 componenti e prosegue con AA (fino a 100) AAA (fino a 1050) AAAA (oltre 150). A questo punto però una precisazione è doverosa: numero di componenti non è necessariamente sinonimo di qualità. Seguendo il DCE per esempio, che vede competere gruppi olandesi, inglesi, tedeschi e belgi, il gruppo più numeroso, i Beatrix, nelle ultime 3 stagioni ha schierato un numero di componenti compreso tra 50 e 60 componenti. Tutti gli altri meno, da 25 a 50 a seconda dei gruppi. Tutti con eccellenti qualità espresse e risultati ottenuti.
In Italia da quando si svolgono competizioni (anno 2003) dopo un piccolo boom iniziale dovuto all'effetto trascinante dei mondiali WAMSB di Monza, i gruppi che fanno il DRILL SHOW, si sono assestati, e pur con qualche differenza restano quasi tutti compresi tra 25 e 45/50 componenti. Per i non addetti ai lovari la cosa potrebbe sembrare negativa, ma la realtà è ben diversa. Fare marchingband significa praticare una disciplina, e la disciplina impone sacrificio (rispetto delle regole, partecipazione, impegno) e non tutti quindi sono disposti a ciò. Inoltre un'altro gap, questa volta culturale, che in Italia ci portiamo dietro, è proprio quello del fatto che le vere marchingband, se si eccettua qualche caso, sono tutte nate di recente. Come tutte le cose nate da poco devono quindi avere il tempo di crescere. Crescere sia tecnicamente, con l'applicazione costante delle metodologie di studio della musica e della marcia, che mentalmente. Inoltre deve crescere anche la conoscenza e la diffusione della marching band nella società. Per ora l'importante è continuare a lavorare fiduciosi e senza timori, vedremo poi nei prossimi anni gli sviluppi che il lavoro fatto oggi avrà, anche in termini di numero di componenti delle singole MB.